Il quartiere di
Whitechapel nella Municipalità di Tower Hamlets nell’East End della Grande
Londra è tristemente famoso per i delitti di Jack lo Squartatore dall’agosto al
novembre 1888. I tempi sono cambiati ma non per l’essere che si aggira per
quelle strade un tempo degradate. Per lui Whitechapel è e rimane una grande
riserva di caccia.
#47
LA STIRPE DELLA NOTTE
1.
La donna è
decisamente un tipo che attira l’attenzione con la lunga veste che le lascia le
spalle nude e gli spacchi laterali da cui fuoriescono ad ogni passo gambe
lunghe e ben tornite. È quello che nella sua natia New Orleans chiamano una
creola, una nativa della Louisiana i cui antenati sono arrivati nel Nuovo Mondo
da Francia o Spagna o vi sono stati portati come schiavi dall’Africa.
Marie Laveau, la Regina Voodoo di New
Orleans è tutto questo con in più un pizzico di sangue degli indios caraibici.
È indubbiamente una donna molto bella e dotata di un fascino magnetico di cui è
ben consapevole ed è disposta ad usarlo senza ritegno per raggiungere i suoi
scopi, per tacere dei suoi poteri magici. Alcuni di coloro che l’hanno
conosciuta pensano che sia solo l’ultima discendente della Marie Laveau nata
nel 1794 e che divenne una leggenda vivente nella New Orleans del XIX Secolo.
Altri giurano che è sempre la stessa donna rimasta eternamente giovane in virtù
di un incantesimo di magia nera che richiede periodici sacrifici di sangue.
Questi ultimi hanno ragione.
Dicono anche che sia una donna malvagia
e non hanno torto ma sarebbe più esatto definirla un’opportunista che persegue
i propri interessi e se talvolta questi interessi invece che su quelli del
Male, la portano sui sentieri di un bene più grande che male c’è?
Stanotte cammina per le strade e i
vicoli di Whitechapel affiancata da una guardia del corpo molto speciale; una
specie di gigante che veste solo dei pantaloni sbrindellati e un gilet che
sembra troppo piccolo per il suo corpo muscoloso. La gente che lo vede lo
scansa istintivamente e se si soffermasse a guardarlo meglio e notasse il
colore grigiastro della sua pelle o la fissità del suo sguardo, per non parlare
dei suoi lineamenti raggrinziti, scapperebbe a gambe levate. Di tutto questo
Simon Garth non si cura, perché è morto da anni ed ora è uno Zombie senza mente
il cui controllo è stato garantito a Marie Laveau da un patto con l’entità nota
come Baron Samedi.
Marie si ferma d’improvviso come se
avesse sentito qualcosa nell’aria.
-Lui è stato qui.- afferma –Siamo arrivati troppo tardi.-
Frank Drake
si sveglia di colpo. C’era qualcuno nella stanza… o forse ha solo sognato… un
sogno i cui contorni si fanno sempre più sfumati.
-Rachel.- mormora.
All’improvviso
Kate Fraser si agita nel sonno e lui la sente dire:
-No… vai via… non voglio… no!-.
Frank la
scuote chiamandola:
-Kate svegliati, svegliati.-
La ragazza
si sveglia e lo guarda perplessa.
-Frank? Oh, grazie a Dio era solo un incubo.-
Si
abbandona tra le sue braccia mentre lui le chiede:
-Cos’hai sognato, Kate? Te lo ricordi?-
-No so… non sono sicura. Tu eri morto e c’era Dracula che mi
teneva per i polsi e si chinava su di me.-
-Dracula è scomparso per sempre ed io sono vivo e sono con
te, stai tranquilla.-
Ma è
davvero così? Quante volte ha dato il suo antenato per spacciato ed è sempre
ritornato a minacciarli? E se anche lui se ne fosse andato definitivamente c’è
sempre sua figlia e… e Rachel. Gli era sembrato di sentirla accanto a sé ma
deve essersi sbagliato: se Rachel fosse davvero penetrata nella villa non se ne
sarebbe certo andata senza far niente. Eppure…
Il
pipistrello si ferma sopra un vicino tetto e si trasforma in una donna bionda
vestita con un giubbotto di pelle e jeans il cui bel viso è attraversato da una
cicatrice che ricorda un’unghiata.
Non c’è
l’ho fatta, pensa la vampira di nome Rachel Van Helsing, non sono riuscita ad
ucciderlo. Perché? Lui ora è il nemico e se mi rivedesse mi ucciderebbe come ha
già fatto in passato. Finché vivrà mi darà la caccia e non finirà finché uno
dei due non avrà ammazzato l’altro… eppure non l’ho ucciso…non l’ho ucciso.
Per quanto
non voglia ammetterlo, Rachel sa perché non ha avuto il coraggio di uccidere
l’uomo che un tempo amava… e forse ama ancora.
Se potesse
ancora farlo, probabilmente piangerebbe.
2.
Il mattino
dopo il Tamigi restituisce un altro cadavere mummificato. Il fascicolo arriva
sul tavolo del Sovrintendente Albert Eccles dell’Unità Crimini Insoliti di
Scotland Yard e la sua reazione è:
-Chiamatemi il sergente Johanssen.-
Pochi
minuti dopo entra nell’ufficio una donna alta e bionda che indossa un tailleur
beige e che quasi senza pensare estrae da una tasca un pacchetto di sigarette e
ne accende una.
-Non si fuma qui dentro.- le dice Eccles senza alzare gli
occhi a guardarla.
-Giusto.- commenta il Sergente Detective Constance Johanssen
–Me lo dimentico sempre.- e spegne la sigaretta continuando, però a tenerla in
mano.
Eccles
sbuffa e riprende a parlare:
-Lei è il mio miglior detective dell’occulto. Possibile che
non abbia ancora neanche un indizio su questi omicidi?-
-So che sono degli omicidi e che sono stati commessi per
mezzo di un qualche rituale magico grazie al quale la forza vitale delle
vittime è stata letteralmente drenata via. Sono anche riuscita a trovare degli
omicidi simili avvenuti un anno fa qui a Londra[1] e
ad altri avvenuti tra New York e Los Angeles negli ultimi dieci anni per cui è
stata indiziata una certa S. Hellstrom. La S starebbe per Satana, pensi un po’.
In quei casi, però, le vittime apparivano come se fossero invecchiate di colpo
di decenni, quindi tenderei ad escludere che siano opera della stessa persona…
anche se credo che il movente sia lo stesso.-
-Ovvero?-
-Rubare la vita delle vittime per sostenere la propria. Colui
o colei che stiamo cercando è una specie di succubo… o… se preferisce… un
vampiro. Solo che invece di succhiare il sangue sottrae l’energia vitale:
qualcosa di più… metafisico.-
-Non m’importa come intende fare, lo trovi e lo arresti.-
-E se non fosse possibile? Queste entità magiche in genere
sono piuttosto… sfuggenti.-
Allora lo neutralizzi con ogni mezzo possibile.-
-Ci proverò, signore.-
Constance
Johanssen esce dall’ufficio del Sovrintendente, prende un impermeabile
dall’attaccapanni e se lo infila, poi esce all’aperto dove, finalmente, può
accendere una sigaretta.
Le è venuto
in mente un posto dove fare le domande giuste… sempre che riesca a trovarlo… è
un posto maledettamente difficile rintracciare anche se si sa dove cercarlo.
Alla luce
del mattino anche gli incubi peggiori sembrano meno terribili e quando arriva
al lavoro, incrociando brevemente il sergente Constance Johanssen che sta
uscendo, l’Ispettore Kate Fraser si sente più tranquilla.
La giornata
sembra tranquilla almeno per la Squadra Antivampiro di cui fa parte e Kate ne
approfitta per aggiornare vecchi dossier. Non sa dire come o perché ma sullo
schermo del suo computer si apre il dossier di Dracula. Anche dopo morto
(curiosa dizione: dopotutto Dracula è morto nel 1459 anche se poi è rinato come
vampiro) non cessa di turbarla. Aveva una vera ossessione per lei a causa della
sua somiglianza con la defunta moglie Maria. Non solo Dracula non ha mai
cercato di ucciderla ma in qualche occasione l’ha persino protetta.
Ma perché
ci sta pensando ora? Dracula è stato distrutto per sempre e non può più
tormentarla.
Una delle
cose che distinguono Lilith Dracula dagli altri vampiri è la sua capacità di
camminare anche di giorno invece di essere costretta a giacere in una bara.
Di solito preferisce
riposare durante le ore di luce e risparmiare le forze per la caccia notturna
ma ogni tanto le piace mescolarsi alla gente comune per vedere com’è la vita
del suo gregge… delle sue prede. Quando lo fa preferisce assumere l’aspetto di
Lily Drake, meno appariscente, forse, di quello che ha tradizionalmente ma
questo non vuol dire che passa inosservata. Se qualche giorno prima aveva
scelto un look da donna d’affari, quest’oggi ne ha preferito uno più casual:
maglietta aderente, jeans a vita bassa, coda di cavallo che arriva al
fondoschiena ed un giubbotto di pelle.
Si ferma a
leggere i titoli dei giornali e non le sfugge un trafiletto sul suicidio di un
funzionario di banca dopo la scoperta di una transazione sospetta. Lilith ride:
il suo povero servo ha agito come era stato istruito a fare, ne è soddisfatta.
Si accorge
che un uomo la sta osservando con insistenza e gli fa un sorriso invitante. È
un po’ presto per la cena, pensa, ma magari può concedersi uno spuntino.
3.
Il Rabbino
Elias Eshcol alza gli occhi dai tomi polverosi che ha appena finito di
consultare, volumi che nessuno si era mai curato di riversare su microfilm e
poi sui moderni mezzi informatici… e a lui va bene così, tutto sommato: ama
l’odore dei vecchi libri e poterli sfogliare. Purtroppo i suoi timori sono
stati confermati: qualcuno ha giocato con forze che non dovevano essere
disturbate e scatenato un antico orrore sull’ignara città di Londra.
Elias
Eshcol non è solo un rabbino è anche un esperto delle antiche arti e sa che bisogna
agire in fretta. Non può farcela da solo, però: ha bisogno di alleati ma per
fortuna sa dove trovarli.
Il sergente
Constance Johanssen ha percorso il vicolo per ben due volte senza trovare nulla
prima di vedere l’insegna del Curio Shop. Si sofferma a guardare la vetrina e
le cose strane che vi sono esposte, poi si decide ed entra.
Ad
accoglierla con un sorriso che inquieterebbe anche l’uomo più coraggioso è un
uomo anziano alto e scheletrico. Il modo migliore per descriverlo è dire che
sembra il sosia di Zio Tibia, il personaggio che introduceva le storie
dell’orrore dei fumetti della Warren Publishing Company.
-Buongiorno Agente Detective Johanssen.- la saluta con una
cordialità che non sembra genuina -Aspettavo la sua visita.-
-È Sergente Detective ora.- replica la donna acidamente.
-Vero… tendo sempre a dimenticare certi dettagli. L’hanno
promossa nel 2008, giusto? No… quella era la promozione a Ispettore… poi
l’hanno degradata di nuovo a sergente due anni fa. Lei ha davvero un cattivo carattere
sa? Un giorno sarà la sua rovina.-
-Lo dicono anche del fumo e di certe mie frequentazioni ma
sono ancora qui.-
-Oh sì certo, certo. Lo stesso non può dirsi delle persone
che le stanno intorno. I suoi amici hanno ancora la tendenza a morire di morte
violenta… e i suoi amanti di morte ancor più violenta?-
La donna
non risponde ma guarda il gestore del negozio con aria gelida e lui riprende a
parlare come se niente fosse:
-Cosa può fare la mia umile persona per lei, Sergente?-
-Lo sai già… o non ti avrei trovato. Vuoi davvero che faccia
le domande?-
L’uomo, se
tale è davvero, pare riflettere, poi dice:
-I recenti omicidi nella zona di Whitechapel, certo. Zona
sfortunata quella… ci accade sempre qualcosa di brutto sin dai tempi del
vecchio Jack.[2]
Vediamo… forse ho qualcosa per lei: qualche giorno fa ho venduto una copia del
libro di Von Juntz.-
-“Culti innominabili”.- c’è quasi una sfumatura di paura
nella voce del sergente Johanssen mentre cita il titolo inglese del libro
maledetto –A chi l’hai venduto? E non dirmi che non sai chi è: tu sai sempre
tutto quel che ti serve sapere.-
-Lei ha un’opinione troppo alta di me, sergente. Ma si dà il
caso che io abbia l’informazione che le serve. Vediamo un po’…ah ecco qua:
Henry Walton di Kensington.-
Recita un
indirizzo e poi aggiunge:
-Spero che le sia utile.-
-Lo vedremo.- è la gelida risposta.
-Buona giornata… sergente.
Constance
esce dal negozietto. Il tintinnio della campanella fissata sopra la porta la
accompagna per qualche istante poi cessa di colpo. La donna non resiste alla
tentazione di voltarsi ma sa già che l’insegna è scomparsa e che se anche
rifacesse il suo cammino per altre venti volte non troverebbe più il negozio ed
il suo proprietario… a meno che non volessero essere trovati.
Il sole si
abbassa all’orizzonte e in certe parti della città qualcuno si sveglia. Sono i
lavoratori notturni: guardie giurate, ad esempio ma anche altri tipi di
lavoratori e lavoratrici… e creature che non si svegliano per andare a lavorare
ma per cercare il proprio nutrimento.
Safron
Caulder è quella che viene definita con un gentile eufemismo danzatrice
esotica. Il che vuol dire che balla nuda intorno ad un palo o direttamente
addosso ai clienti e che con quelli disposti a pagare un sovrapprezzo fa uno
spettacolo privato in una saletta riservata dove il punto in cui è disposta a
spingersi ufficialmente non riguarda il gestore del club ma solo lei ed il
cliente. Del resto una ragazza deve pur sopravvivere e Safron, una bella donna
di colore con un corpo ancora mozzafiato nonostante non sia più giovanissima ha
ancora molto successo nel club di Soho dove lavora sei notti a settimana e le
mance sono troppo buone per trascurarle.
Pochi sanno
che Safron è stata la donna di Blade, il cacciatore di vampiri e che la loro relazione
è finita quando la missione di lui è degenerata in vera e propria ossessione
maniacale. Qualcuno, però, se lo ricorda… ad esempio la ragazza dai capelli
biondi che indossa solo un ridottissimo perizoma e due stelline di strass
fissate sui capezzoli.
-Safron che piacere rivederti.- le dice.
-Trudy!- esclama Safron -È davvero parecchio tempo che non
ti vedevo. Dov’eri sparita?-
-Ho… lavorato altrove. Questa è la mia prima sera qui.-
Safron fa
per abbracciarla ma si ferma di colpo. C’è qualcosa nella sua amica che le
suona strano. Forse stare tanto tempo con Blade ha reso anche lei paranoica.
-Safron… tocca a te.- le si rivolge uno dei manager del
club.
-Arrivo.- risponde e poi parla alla sua amica -Parleremo
dopo, Trudy… a fine spettacolo.-
-Va bene.- risponde Trudy Taylor –Ti aspetterò.-
Safron
Caulder le volta le spalle e non può vedere il suo sorriso e i canini appuntiti
che rivela socchiudendo le labbra.
4.
L’agente David
Landers si sente ormai un veterano del turno di notte della stazione di Polizia
di Whitechapel. Quando era solo un novellino si sentiva un po’ a disagio a
camminare per strade in cui Jack lo Squartatore aveva commesso i suoi delitti,
poi aveva visto troppe cose, compresi alcuni autentici cadaveri, ed oggi poche
cose lo impressionano.
Svolta in
un vicolo e vede un uomo chino su qualcosa.
-Ehi.- esclama.
L’uomo si
volta ma nell’oscurità Landers non può vederne i lineamenti… solo gli occhi che
sembrano scintillare nel buio come quelli di una belva.
Con un
balzo è sparito nell’oscurità. Landers gli intima di fermarsi ma senza esito.
Sta per corrergli dietro quando nota quello che c’è a terra proprio dove l'uomo
era accucciato e gli scappa un grido.
Il misterioso
assassino ha colpito di nuovo.
Il Rabbino
Eshcol si ferma di colpo. Lui ha colpito di nuovo lo sente. Non è sicuro di
sapere esattamente chi sia lui ma sa cos’è ed è più che abbastanza.
Istintivamente accelera il passo e se fosse più giovane probabilmente
correrebbe anche se non sa esattamente cosa farebbe se davvero si imbattesse
nel suo nemico.
Improvvisamente
qualcosa attrae la sua attenzione spingendolo a fermarsi. Più che qualcosa,
qualcuno. In lontananza, di schiena, vede due figure: una donna dai lunghi
capelli neri ed una più alta e massiccia che sembra… no, non è possibile. Se ce
ne fosse in giro un altro lui lo saprebbe. Tuttavia vale la pena di
approfondire la questione: quei due hanno qualcosa di strano e lui vuol sapere
cosa.
Safron esce
da una delle salette lasciandosi dietro un cliente particolarmente soddisfatto,
almeno a giudicare dal consistente mucchietto di banconote che lei stringe in
mano. Sta allontanandosi quando dalla saletta vicina ode un gemito. Nulla di
strano in un luogo come questo verrebbe da dire, ma non saprebbe dire perché,
qualcosa la insospettisce. Istintivamente apre la porta della saletta, gesto di
cui in seguito avrà modo di pentirsi: se fosse passata oltre, molte cose
sarebbero andate diversamente.
Seduta a
cavalcioni di un cliente Trudy Taylor ha affondato il viso sul suo collo.
-Trudy… ma cosa…?- esclama Safron.
La ragazza
si volta rivelando un viso stravolto e due canini appuntiti ancora gocciolanti
di sangue.
-Trudy… tu… tu sei una vampira?-
-Non avresti dovuto interferire Safron.- ribatte l’altra
–Ora che sai il mio segreto, dovrò metterti a tacere.-
Con un
balzo velocissimo si getta contro quella che era una delle sue care amiche, ma
si ferma di colpo a pochi millimetri dal suo collo, balzando indietro come se
stesse per toccare qualcosa di bollente e se ne fosse accorta solo all’ultimo
istante utile.
È stato il
crocefisso che porta sempre al collo a salvare Safron Caulder. Non si può dire
che sia particolarmente religiosa ma quando era la compagna di Blade ha
imparato rapidamente come quell’oggetto possa salvarti la vita se tu credi che
possa farlo e dopo le esperienze che ha avuto Safron ci crede eccome.
-Maledetta.- grida Trudy mutandosi in nebbia e scomparendo
rapidamente.
Safron si
china sul cliente e vede che è ancora vivo, magari si sentirà debole per
qualche tempo ma con un po’ di fortuna potrebbe attribuirne la colpa a
qualcos’altro.
Quanto a
lei, non assolutamente voglia di mettersi a fare la cacciatrice di vampiri ma
nemmeno di guardarsi costantemente le spalle nelle prossime notti.
5.
Elias
Eshcol svolta un angolo e sbatte contro qualcosa di pesante. Fa istintivamente
un balzo indietro spaventato e si accorge che quello contro cui ha sbattuto è il
petto nudo dell’accompagnatore della donna misteriosa, immobile davanti a lui.
Osservandolo bene per la prima volta vede che è sì un uomo ma non un uomo
comune. Una parola gli sale istintivamente alle labbra:
-Golem. No non lo sei. Tu sei di carne e sangue. Sei uno…
uno…-
-La parola che sta cercando, Rabbi, è Zombie.-
A parlare è
stata la donna ed ora che la vede meglio Eshcol ne può ammirare i bei
lineamenti che riuniscono il meglio di tre razze ed il corpo perfetto che emana
una forte carica di sensualità.
-Non lo sa che è pericoloso girare da soli di notte da
queste parti?- lo incalza la donna -A meno che non si abbia una guardia del
corpo speciale come la mia, s’intende. E dovrebbe anche sapere che non è
simpatico seguire la gente.-
-Lei…-balbetta il rabbino –Lei ha familiarità con le forze
oscure e il suo… ora so che cos’è: un cadavere rianimato.-
-E lei è in grado di percepire questo? Mi complimento,
Rabbi. Dunque non era qui per caso.-
-Cercavo quel che cerca anche lei: una creatura fuggita
dall’Inferno, un demone in forma umana.-
La ragazza
ride divertita:
-C’è molta gente che userebbe le stesse parole per
descrivere me.- ribatte –Io sono Marie Laveau.-
-La Regina Voodoo di New Orleans.- replica Eshcol –Chiunque
s’intenda di Occulto ha sentito parlare di lei… ma dovrebbe essere morta nel
1881 o vent’anni più tardi se si trattasse della figlia. Se fosse viva dovrebbe
avere più di duecentoventi anni.-
-E mi porterei bene la mia età non trova? O voi santi uomini
siete immuni alle tentazioni della carne?-
-No.- è la sommessa risposta -Non immuni. Dunque le leggende
che dicono che ha trovato un modo per mantenere intatta la sua giovinezza
sarebbero vere.-
-Molto vere… ma non parliamo di questo adesso. Da quel che
ha detto, Rabbi, lei sa della creatura che sto cercando.-
-So anche chi è.-
-Davvero? Credo che dovremo parlare di questo noi due.
Potremmo ritrovarci alleati, il che è ironico non trova? Non le ho chiesto il
suo nome, Rabbi.-
-Mi chiamo Elias Eshcol.-
Ho conosciuto un Rabbino Eshcol molti anni fa. Era uno
studioso dell’Occulto e venne a cercarmi a New Orleans quando era molto
giovane. Quel che apprese non fu sempre di suo gradimento.-
-Era mio fratello Joshua. Ora è morto… assassinato come suo
figlio David.-[3]
-Venga con me. Sono certa che ha molte cose da dirmi. Una
sacerdotessa Voodoo e un rabbino uniti contro un demone non è cosa che si vede
tutti i giorni.-
Nemmeno uno
zombie come alleato, pensa Eshcol. Forse dovrei procurarmi anch’io qualcosa di
simile e forse so anche come.
L’alba
proietta una luce livida sulla scena del crimine. Il sergente Constance
Johanssen si accende l’ennesima sigaretta e riflette: il puzzo di Occulto è fin
troppo forte ed ora è più che mai certa che sono all’opera forze
soprannaturali. Quando è andata all’indirizzo fornitogli dal sinistro vecchio
del Curio Shop nessuno le ha aperto e la casa sembrava vuota. Forse chi cerca
l’ha abbandonata o forse era solo fuori in cerca di preda. Deve tornare a
fargli visita.
Si avvicina
all’agente Landers, seduto in un angolo, pallido in volto e con l’aria di chi
ha vomitato almeno un paio di volte.
-Coraggio agente.- gli dice –Non diventerà mai un detective
se si lascia impressionare per così poco.-
L’agente
alza lo sguardo su di lei. Come fa a sorridere in un momento come questo? Si
chiede.
-Su…- continua Constance assumendo un tono più familiare e
prendendolo per un braccio -… vieni: ti ci vuole un goccetto per rimetterti in
sesto.-
-Non… non si beve in servizio.- replica lui alzandosi.
-Ma che razza di idiozia.- ribatte Constance –Io lo faccio
sempre.-
Safron
Caulder squadra il brutto casermone davanti a lei. In uno di quegli
appartamenti abitava Trudy Taylor quando era… quando ancora non era una vampira
e stando ai suoi contatti nel giro degli strip club è qui le arrivano ancora i
conti. Non si è mai vista una vampira vivere in un condomino o almeno Safron
non l’ha mai sentito dire, ma visto che Trudy non è mai stata dichiarata morta
o sepolta, da qualche parte deve pur stare e cominciare a cercarla in questo
posto è meglio di niente. In ogni caso, se deve trovarla meglio che sia di
giorno.
Safron si
fa coraggio e si avvia verso l’edificio.
FINE QUARANTASETTESIMO EPISODIO
NOTE DELL’AUTORE
Non ci sono
molte cose da dire su quest’episodio, quindi andiamo subito al sodo.
1) Safron Caulder è, come detto nel
racconto, la ex ragazza di Blade quando lui abitava stabilmente a Londra e
sfoggiava una pettinatura afro ed una barbetta caprina. Marv Wolfman fu molto
bravo a svicolare tra le pieghe del Comics Code degli anni 70 riuscendo a
presentarla come ballerina di strip club giocando sul non detto e le allusioni
riguardo alla sua professione ed a quello che ci girava intorno. Come compagna
di Blade, Safron ha avuto spesso a che fare con i vampiri e questo le è tornato
utile per sopravvivere al suo incontro con l’amica Trudy… a proposito della
quale…
2) Trudy Taylor ci venne presentata su Tomb
of Dracula #24 come una collega di Safron e per tutto l’episodio la vedremo
sempre e solo in costume di scena (ovvero mutandine e reggiseno o bikini se
preferite) ed impermeabile. Trudy accetta di farsi accompagnare a casa da un
cliente (ed anche qui gli eufemismi si sprecano) che poi si rivela essere
Dracula. Riesce a chiedere aiuto a Blade che allontana Dracula. Nell’episodio
n. 8 di questa serie Dracula la ritrovava e la rendeva una vampira.
3) Constance
Johanssen detective dell’occulto in servizio a Scotland Yard è una creazione di
Warren Ellis & Terry Dodson per la miniserie “Pryde & Wisdom”.
Chiaramente è stata concepita come versione femminile (e un po’ parodistica
forse) del celebre John Constantine, star della serie DC Vertigo “Hellblazer”,
e creato da Alan Moore & Steve Bissette su “The saga of the Swamp Thing
#37, datato giugno 1985. Io ho cercato di tratteggiarla in modo aderente al
modello e vedremo se ci sono riuscito.
4) Il
rabbino Elias Eshcol è, invece, una mia creazione e, lo confesso, è il tipico
esperto di materie occulte legate alle tradizioni dell’Ebraismo.
Nel
prossimo episodio: Safron Caulder affronta il destino mentre nelle notti
londinesi un male antico si aggira in cerca di preda e sul suo cammino una
sacerdotessa Voodoo, un vecchio rabbino, una cinica poliziotta e… altro ancora.
Tutto questo ed anche i nostri soliti vampiri e acchiappavampiri.
Carlo